Va escluso il meccanismo diretto antiflogistico ed antalgico
immediato: in quei casi in cui avviene molto rapidamente la cessazione
del dolore, comunque momentanea, la si deve od alla cessazione dell'ischemia
radicolare od a meccanismi riflessi e quindi di tipo indiretto.
I meccanismi d'azione sono, almeno quelli noti, 5:
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Vi è un'azione diretta sulla parte degenerata ed alterata del disco all'interno del canale
rachideo: si ipotizza un'azione biochimica su doppi legami che costituiscono
i punti di unione tra le varie catene macromolecolari che costituiscono l’anulus;
tale tessuto deformato morfologicamente è anche destrutturato chimicamente
differenziandosi da quello normalmente sano; si ha quindi una lisi superficiale,
che si ripete ad ogni somministrazione, solo del tessuto "patologico" discale
intracanalare (anche nelle "ernie espulse"). Tale fatto è confermato da immagini
TC a relativamente breve distanza di tempo. Si suppone
che tale materiale discale lisato venga "riciclato" dall'organismo (macrofagi ecc.).
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Il disco, già dopo 2 - 3 settimane, viene vascolarizzato: ciò riporta a "nuova vita"
il disco, che viene ossigenato e nutrito direttamente per via ematica e non solo per
perfusione. Ciò è stato dimostrato con preparati istologici dal dott. Iliakis ad Atene.
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Tale fatto implica anche quello che è forse il meccanismo più importante nella guarigione
biologica del disco: attraverso i vasi neoformati
arriverebbero dei fibroblasti che iniziano il processo di formazione di tessuto
connettivale di riparazione. Tale meccanismo non è ancora dimostrato ma i fatti
lo fanno ritenere reale: infatti alcune immagini TC mostrano sia la risoluzione
della DDP sia la scomparsa dei vacuoli gassosi degenerativi
all'interno del disco. E ciò spiega anche perché l'effetto terapeutico sia permanente.
Le recidive sono infatti di molto inferiori in frequenza della comparsa nella
popolazione "sana" dello stesso fenomeno patologico.
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Le potenzialità della miscela gassosa nel migliorare la perfusione ematica
capillare e l'ossigenazione dei tessuti è nota da tempo. Questa sua qualità è
determinante nell'attenuare la sofferenza ischemica e l'edema radicolare.
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Una azione provata e studiata (Bocci ed aa.) è l'immunoregolazione. L’induzione
e produzione di citochine quali interferone (IFN) alfa, beta e gamma, fattori delle
necrosi tumorale (TNF alfa), interleuchine (IL) 1, 2, 4, 6, 8, 10, granulopoietine
(GM-CSF) e transforming growth factor beta (TGF beta), che la miscela di
O2-O3 provoca a livello del sangue è verosimilmente provocata
anche a livello tissutale locale, inducendo lo stimolo alla autoguarigione.
I sopraccitati cinque meccanismi sono sicuramente legati alla presenza di Ozono;
infatti in vari ripetuti trattamenti, eseguiti da medici diversi in luoghi
diversi con il solo Ossigeno (anche inconsapevolmente causa apparecchiatura
imperfetta), non si è ottenuto alcun risultato.
DISCUSSIONE
La biomeccanica dovrebbe insegnare che il tripode vertebrale, il quale va già
spontaneamente incontro a degenerazione con l'avanzare degli anni, non deve
assolutamente essere indebolito soprattutto nella sua componente più importante:
la struttura discale.
In seguito ad intervento di discectomia (micro o NORMALE, è indifferente dal punto
di vista biomeccanico) vi possono essere 2 casi:
-
il disco viene asportato totalmente o quasi: il disco svuotato tende a collassarsi
con sovraccarico delle faccette articolari posteriori ed induzione del fenomeno
artrosico delle stesse, reazione ossea subcondrale e restringimento del canale
vertebrale. Le due vertebre adiacenti al disco tendono a formare un corpo unico
e i vettori di forza che normalmente agiscono su tale spazio si scaricano sui
dischi adiacenti con momento doppio, con effetto di riprodurre, prima o poi,
una nuova DDP ed eventuale nuovo CDR;
-
il disco non viene asportato completamente ed allora il materiale residuo darà luogo,
prima o poi, ad una recidiva di CDR.
Non bisogna poi trascurare la facilità di reazioni cicatriziali peridurali e le eventuali
altre complicanze possibili; secondo una ricerca condotta in USA su più di 6.500 casi
oltre i 60 anni le complicanze raggiungono il 17%.
Una situazione analoga è data dalla discectomia percutanea o dalla chimonucleolisi
che oltretutto hanno una grande limitazione di indicazioni.
I vantaggi del metodo DISCOSAN sono tanti: e quasi tutti sono la diretta conseguenza
della sua innocuità, efficacia biologica e del suo rispetto della biomeccanica
della colonna vertebrale.
Non ha praticamente controindicazioni: sono stati curati pazienti diabetici anche
gravi, nefropatici, operati per patologie cardiache ed in terapia dicumarinica,
parkinsoniani, gastropatici, esiti di IMA, ultranovantenni ecc.
Permette inoltre di non avere limiti intrinseci al numero di sedute potendosi
così adattare alle reali necessità terapeutiche del singolo paziente.
La sua efficacia basata sul suo effetto biologico permette di non avere limitazioni
nelle sue indicazioni. Si devono indirizzare al chirurgo solo gli insuccessi di
tale metodica e le compressioni radicolari iperalgiche.
Permette di trattare anche pazienti operati più volte, quando tutte le altre
metodiche non abbiano risolto la patologia di
DDP e
nei casi di
DDP plurime.
Permette di trattare più ernie contemporaneamente.
Il meccanismo d'azione che rispetta la situazione biomeccanica particolare
vertebro - discale permette una rapida ripresa di qualsiasi attività fisica
sia sportiva che lavorativa in maniera stabile e duratura, senza l'insorgere
di ulteriori aggravamenti della patologia artrosica: ciò è molto importante
nei pazienti giovani in cui un'alterazione della struttura e quindi della
funzione discale (intervento chirurgico) causa una precoce insorgenza della
degenerazione artrosica con netta prevalenza dello spazio interessato dall'intervento.
Non richiede assolutamente la necessità di ricovero né di complesse attrezzature
ambientali (radiologiche, anestesiologiche, per l'asepsi, ecc.) e può quindi
essere fatto in qualsiasi studio medico ed in caso di necessità persino a
domicilio del paziente.
ALTRI APPROFONDIMENTI:
PREMESSE BIOLOGICHE E BIOMECCANICHE -
LA COMPONENTE VASCOLO-NERVOSA, EPIDEMIOLOGIA, DIAGNOSI -
IL TRATTAMENTO DISCOSAN CASISTICA -
MECCANISMI D’AZIONE DISCUSSIONE -
CONSEGUENZE DEGLI INTERVENTI CHIRURGICI SULL’ERNIA DISCALE -
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